Proprio dove passavamo noi, quel giorno della grande nevicata a Roma. Quella lunghissima folle passeggiata nella neve durata tutta la notte.
Piazza Venezia l’abbiamo attraversata così: correndo e danzando di una danza scatenata e inebriata d’amore.
E guardavamo su con la neve cadere negli occhi mentre abbracciati giravamo velocissimi. Ridevamo con la bocca al cielo e la neve sulla lingua.
Ricordo tutto come se fossimo inquadrati dall’alto. Visti con gli occhi della neve.
Si vedono solo le nostre teste e le nostre impronte tutt’intorno nella neve densa.
Abbiamo camminato anche all’indietro, con il preciso dichiarato intento di depistare dei possibili inseguitori immaginari. E poi abbiamo fatto tutte impronte a caso, in ogni direzione coi piedi storti e anche saltando. Non ci avrebbero mai trovati. Giocavamo molto seriamente. Inveivamo gridando e poi sottovoce contro i nostri inseguitori immaginari. Giustamente!
Piazza Venezia l’abbiamo attraversata così: correndo e danzando di una danza scatenata e inebriata d’amore.
E guardavamo su con la neve cadere negli occhi mentre abbracciati giravamo velocissimi. Ridevamo con la bocca al cielo e la neve sulla lingua.
Ricordo tutto come se fossimo inquadrati dall’alto. Visti con gli occhi della neve.
Si vedono solo le nostre teste e le nostre impronte tutt’intorno nella neve densa.
Abbiamo camminato anche all’indietro, con il preciso dichiarato intento di depistare dei possibili inseguitori immaginari. E poi abbiamo fatto tutte impronte a caso, in ogni direzione coi piedi storti e anche saltando. Non ci avrebbero mai trovati. Giocavamo molto seriamente. Inveivamo gridando e poi sottovoce contro i nostri inseguitori immaginari. Giustamente!
E le nostre risate salivano al cielo nero e lui ci restituiva ancora neve.
Oggi 31 luglio passavo su quell’aiula verdissima di piazza Venezia. Proprio dietro la fontana della pigna, che quella notte era congelata.
Ho rivisto la neve ho rivisto tutta la nostra strafottente felicità e il nostro amore scomposto.
Ho riso dentro e fuori mentre camminavo e vedevo noi che ballavamo.
Ho pensato che la neve si è sciolta e non ci sono più le nostre impronte danzanti. Anche se io le vedo ancora.
In quell’istante prima del morso scintillante della nostalgia qualcosa ha brillato nell’erbetta di quell’aiuola.
Mi sono avvicinata a terra.
Ho raccolto due cuori di carta, d’argento.
Proprio mentre pensavo che di quelle impronte non è rimasto niente. Che è tutto svanito.
Forse no, forse sono rimasti due cuori di carta d’argento.
Ho rivisto la neve ho rivisto tutta la nostra strafottente felicità e il nostro amore scomposto.
Ho riso dentro e fuori mentre camminavo e vedevo noi che ballavamo.
Ho pensato che la neve si è sciolta e non ci sono più le nostre impronte danzanti. Anche se io le vedo ancora.
In quell’istante prima del morso scintillante della nostalgia qualcosa ha brillato nell’erbetta di quell’aiuola.
Mi sono avvicinata a terra.
Ho raccolto due cuori di carta, d’argento.
Proprio mentre pensavo che di quelle impronte non è rimasto niente. Che è tutto svanito.
Forse no, forse sono rimasti due cuori di carta d’argento.
Ps. Comunque, chiunque siano quei bastardi, non ci prenderanno mai.